mercoledì 18 novembre 2009

Äkta vara e il miraggio svedese

Sto leggendo un libro (Il miraggio svedese, Angelo Tajani, 2kronors förlag) che consiglio a chi come me è di recente emigrato in Svezia o la frequenta, per amore, per lavoro o per piacere.
Racconta della situazione degli italiani che per primi vennero in questo paese a lavorare, già nel 1947 e del ruolo da rompighiaccio che hanno avuto a loro insaputa per il governo svedese che aveva compreso la necessitá di importare (che brutto termine) manodopera. Più tardi infatti, a esperimento riuscito, arrivarono jugoslavi, polacchi e via dicendo.
Questi connazionali (immagino che ci siano pochi ticinesi a leggermi e ancor meno grigionesi e sanmarinesi) erano scelti perché in esubero dalla Fiat (che dopo la guerra era da rifondare) e soprattutto perché già pronti, bravi e operativi per le industrie gemelle nel paese scandinavo che si era divincolato dalla II guerra mondiale e dove tutti gli impianti erano lucidi e funzionanti, ma mancavano di gente che li facesse produrre.
Nel più tipico esempio di scaltrezza svedese cosa c'é di meglio di attirare con grandi promesse gente che è già pronta "att leverera"?
"Svezia il paese senza poveri" titolava il giornale "Il popolo" in una articolo dai contenuti scandalosamente propagandistici.
Nel più tipico esempio della ipocrisia svedese, con la scusa del clima rigido, gli scandinavi imposero il vincolo di importare solo gente dal nord Italia.
E infatti vennero liguri, piemontesi, lombardo-veneti e istriani scappati quest'ultimi sia dai titini che volevano gratis le loro belle case, campagne e coste, sia dalla traditrice madrepatria che li ha dimenticati per sempre.
Ma teroni niente. Già lo sapevano i lungimiranti svedesi che costoro avrebbero dato problemi. Non me ne vogliano i lettori meridionali, il sangue della Magna Græcia scorre nelle mie vene.

E così vennero in molti e in molti se ne pentirono. La gran parte si lamentava per essere stata attirata con promesse non mantenute, alcuni furono sottoposti a spidocchiamenti che ricordano tragici momenti della storia tedesca e giudaica e quasi tutti vivevano in baracche.
Mi affascina come i gruppetti di connazionali trovarono tutti i modi per divertirsi. Importarono il gioco delle bocce, affittarono una terreno per andare a caccia (a volte di frodo, nel tipico malcostume italico), raccoglievano funghi, compilavano e spedivano in madrepatria le schedine del totocalcio e si portarono gli sci dall'Italia per poter scendere qualche centinaio di metri da un boschetto della Scania denominato Frostabacken.
In puro stile vitellone, facevano interessare le ragazze svedesi che si annoiavano dei maschi locali sempre ubriachi.
Questi ultimi frustrati e superbrilli andavano inseguito a provocare (in puro stile svedese) le testenere. Reazione italica? Scazzottate... e conseguenze giuridiche.

Nel 2009, esce un libro che si chiama "Äkta vara" (prodotto genuino) sulle contraffazioni alimentari in Svezia.
Cosa c'entra? Tra le cose che non andavano giù agli italiani immigrati c'era il cibo svedese dolciastro. Avevano il diritto di importare pasta, olio d'oliva e pomodori. Un noto attore italiano nel mercato alimentare svedese racconta che quando mise piede su queste terra negli anni '60 l'olio d'oliva si vendeva solo in farmacia (come medicinale).
Nei grandi magazzini svedesi il cibo esotico è stipato per paesi, Messico con le sue tortillas, Thailandia, Balcani, cinese.
Pasta, olio, bruschette, parmigiano, mozzarelle, olive, sugo al pomodoro, rukkkkkola, parmaskinka e compagnia bella si trovano ben assortiti tra il cibo svensson.
Cosa c'entra con "Äkta vara"?
C'entra che se si guardano i risultati di queste ricerche, si scopre che tanti prodotti sul mercato svedese che si possano fregiare di questo marchio sono proprio gli italiani. La mozzarella, è fatta col latte senza additivi, così come il parmigiano. Persino il mascarpone è quello che deve essere. Il prosciutto di Parma è fatto con carne di maiale e sale, la pasta è solo farina di granoduro etc. etc.
Chiaramente esistono anche molti prodotti italiani (per vero o per finta) che sono pieni di conservanti o che raggirano il consumatore.

Ma torniamo al prodotto svedese, perché in questo caso di "Äkta vara" non c'è quasi niente, in barba al disarmante e patetico orgoglio nazionale!
Non me ne voglia la simpatica Fata Morgana che già ha discorso sulla dolcificazione dei prodotti alimentari svedesi, ma devo ribadire è cosa fastidiosa dover comprare zucchero al prezzo di un altro alimento nel quale nemmeno ce lo voglio avere.
Per non parlare dei rimacinati. Per chi non se ne fosse ancora accorto tutti i salumi svedesi, dalle simaptiche nomenclature maialine sono dei rimacinati addizionati di affumicatura chimica e simili ingredienti e, tanto per cambiare, lo zucchero.
I würstel svedesi (e finlandesi), korv, a mio avviso sono una truffa alimentare per non parlare si quei tubi riempiti di sostanze cremose, salate e miscugli chimici che vengono spacciate per formaggio fuso spalmabile e caviale!.
In un giro in un supermercato italiano può far rabbrividire il corridoio delle merendine e dei biscotti, ma almeno non si vendono sotto il nominativo pane.
Certo che mi ricordo del famoso scandalo del vino al metanolo e di un riciclatore di prodotti caseari fermentati e scaduti da anni. Ma parliamo di criminali. Ogni tanto possiamo essere orgogliosi del lavoro dei nostri nuclei antisofisticazione dei Carabinieri.
Il concetto del mio pensiero si può riassumere nel seguente esempio.
Nel paese dell'olio d'oliva la margarina non ha mai sfondato (se non a livello industriale) ed è considerato un prodotto cancerogeno, mentre qui si vendono e consumano composti grassi spalmabili dai nomi e confezioni così fantasiosi e colorati come gli ingredienti contenuti.
In Italia certi prodotti li venderebbe il benzinaio, qui te li trovi anche nel cibo dei bambini e in ogni invito a cena e, dulcis in fundo, l'ente svedese per l'alimentazione (il vangelo alimentare secondo Svensson) ne incentiva da decenni l'utilizzo!

Buon Appetito!

3 commenti:

  1. Temo che purtroppo, la qualitá del cibo italiano stia scadendo, a dispetto della reputazione: conosco napoletani che preferiscono comprare pomodori spagnoli anziché italiani (per via delle discariche), io stessa tendo a prendere il Västerbottensost al posto del grana padano visto le frequenti notizie di contraffazioni e adulterazioni (e se c'é una cosa che mi fa girare, é che i giornali riportano la notizia degli arresti, ma non i nomi delle aziende incriminate, cosí non posso sapere chi evitare di comprare).

    Io sono per la dieta mediterranea e considero il cibo italiano preferibile a quello nordico, giá almeno per frutta e verdura. Peró se l'industria alimentare italica continua sulla strada che ha preso, succederá che il made in Italy alimentare perderá completamente la sua reputazione. Ad esempio, ti consiglio di non comprare la ricotta "Castelli", perché palesemente fatta con formaggio scaduto e trattato, poi ho trovato pure una marca di mascarpone fatta con acqua e panna(!), la quale mi fece anche fare una figura barbina quando illustrai la preparazione del tiramisú nel mio corso di cucina italiana alla Folkuniversitet.

    Sulla cucina svedese, io cerco di prendere il buono che offre: si puó lasciar stare le korv e prendere salmone, ad esempio, oppure carne di alce e renna (Berlusconi che ridicolizzava il prosciutto di renna non sapeva quello che diceva), eccetera.
    Un'altra cosa che tutto sommato apprezzo degli svedesi é la loro apertura e umiltá verso i sapori degli altri, cosa che noialtri italiani e anche francesi dovremmo imparare a fare.

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  2. Purtroppo il cibo italiano che arriva in Svezia non di rado è scadente, ma chi vive in Italia ha la possibilità di mangiare benissimo. Con la Svezia non c'è proprio paragone. Certo per essere così a nord la Svezia può offire (e lo fa) un ottimo ventaglio di prodotti sia locali (soprattutto tuberi e radici) che importati, basta paragonare a Finlandia e Norvegia. Ma se esci dalle città si mangia davvero male.
    Non mancano altri prodotti dalla natura dal sapore ricercato (havtorn, hjortron, selvaggina).
    Ma io parlo del quotidiano.
    Umiltà degli svedesi? Io capisco che tu frequenti gente con un certo livello educativo. L'ho fatto anche io per un periodo.
    Io ti posso chiedere di offrire a un qualsiasi svedese di Sveg:
    pesce con la testa nel piatto? carne al sangue? cozze? sformato di verdure? spaghetti non tagliati per l'uso col cucchiaio? carne di cavallo? formaggi che sappiano di formaggio? polipetti?

    Noi italiani e francesi abbiamo meno da imparare. Scusa l'arroganza e la crudezza, ma dopo tanti anni di svezia ne sono più che convinto.

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  3. Caro Odysseus, guarda che in Italia la qualità del cibo è peggiorata negli ultimi 8 anni. Io a Roma e a Milano non trovavo altro che pomodori cinesi e aglio cileno, per non parlare dei formaggi. E non vado al discount. Ho l'impressione che noi esportiamo il meglio e ci teniamo il peggio o manco quello perché compriamo dall'estero. Qua l'hai mai vista la pasta polacca? Non cito neanche il fatto della pizza che non esiste più - la fanno solo i cinesi e gli arabi.
    Secondo me il tuo problema è che vivi fuori da Stoccolma.
    E' chiaro che in qualsiasi Paese tu vada, fuori dalle grandi città/capitali non puoi ambire a una vita di livello e frequentare gente dalla mentalità internazionale. Forse sei rimasto 'bloccato' in Svezia per questioni personali che non mi permetto di chiedere tantomeno giudicare (non sia mai), ma non potresti provare a farti trasferire a Stoccolma o, addirittura, in Italia? La vita, in fondo, è una sola, tanto vale viverla al meglio : )
    Auguri di cuore. Alex

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