venerdì 13 novembre 2009

Grazie Dio per avermi fatto italiano

Una affermazione che ad alcuni può risultare un po' volgare, ad altri ridicola, nazionalista ad altri ancora blasfema.
La leggo e l'istinto mi catapulta nella poetica di Toto Cutugno.
Non curandomi troppo di ciò perché non posso preoccuparmi dei pareri di tutti su ogni affermazione esprimerò la mia intenzione.
Durante tutti questi anni in, da e per la Svezia mi sono reso conto di essere nato e cresciuto in un museo di storia naturale, in uno di storia dell'arte antica e moderna, in un parco naturale alpino, in un istituto di belle arti, in un parco naturale marino, in un accademia della letteratura, in una scuola di alta cucina, in un atelier di moda, in un museo di storia dell'umanità, in un parco tecnologico, in un bosco incantato... senza muovermi di molto da casa e, ammetto, senza neanche rendermene conto.
E oggi tutto ciò (che non è poco) mi manca tremendamente. Soprattutto qui in Svezia, dove la gente (a parte rari casi) mi sembra un po' tutta uguale e i comportamenti standardizzati come le abitudini, l'architettura, i formaggi, l'abbigliamento ed il modo di pensare assolutamente politicamente corretto.
Le città gradevoli sono delle copie di quartieri di altre città continentali o inglesi e le altre cittadine sono tutte molto simili e pressocché insignificanti: una storgatan, un ICA, un lindex, una chiesa vuota e chiusa, un systembolaget che sembra vuoto, un kafé fai da te col vassoietto di plastica invecchiata coi tavolini senza tovaglie e i dolcetti industriali un po' rinsecchiti. Un po' cinese, un po' americano, un po' sovietico.
Esistono delle simpatiche eccezioni in giro per il paese, ma sono appunto tali.
La normalità è triste, da queste parti è tragica.
La natura, seppur molto bella è eccessivamente monotona.
La betulla, il laghetto, il prato verde e la casetta rossa coi bordi bianchi. Sullo sfondo il bosco di sempreverdi (che a distanza in realtà sembrano neri): questa e solo questa immagine idilliaca (io ne conosco molte altre) segue il bimbo svedese sin dalla culla e seguirà il trapiantato così come il turista. In effetti a parte l'estremo sud (Skåne), parte della costa occidentale (Bohuslän) e le zone semiabitate della Lapponia, Madame la Suède si presenterà così e sempre così a chiunque le si avvicinerá e come una moglie e mamma fedele non tradirà mai le aspettative (trygghetsfaktor).
Non voglio dire che sia brutto, anzi certi paesaggi e situazioni sono molto piacevoli. Ma la monotonia regna sovrana.
E così dovrai vivere, herr Svensson, e così starai bene. Se non stai bene così non sei svedese. E questo la dice tutta sulla fantasia e flessibilità della gente scandinava.
La Svezia è il paese dove se al tavolo della fika (pausa caffé e molto altro) informi i commensali che hai studiato latino crei il silenzio intorno a te per un paio di minuti finché il più coraggioso dei colleghi non applica la "legge di Jante" coinvolgendo di conseguenza la gran parte di costoro in ridolini da paesanotti dell'800.
Da quel momento non ti azzarderai mai più nemmeno a cercare di ricordarti di aver studiato anche greco e... storia dell'arte.
In poche parole non puoi essere diverso, ma soprattutto non azzardarti ad essere meglio.
Mi manca l'Italia soprattutto da quando sono diventato padre e vedo i miei figli e le loro eventuali derivazioni che, salvo miracoli, cresceranno con la "legge di Jante" e tutte le sue derivate. Mi sembra di fare loro un torto, di tradirli ogni giorno perché non darò a loro le stesse possibilità che ho avuto io e che così tanto apprezzo. Ritornerò su questo argomento e sull'educazione dei bimbi in Svezia e sulla violenza che si fa su di loro nel frenare gli stimoli e indottrinarli.
Mi prende il magone quando da quel tubo di ferro con le ali comincio a vedere le maestose vette ed i ghiacciai alpini, le verdi prealpi, i lunghi laghi lombardi,i tetti rossi, le cascine e le case finalmente di pietra e mattoni, mentre i vicini biondi coi vestiti kitch e l'alito avvinazzato sono o distratti da un påpplåt scaricato dritto nelle orecchie o concentrati a leggere un romanzo di Larsson o una "Italienguide" convinti di trovarci un'affettuosa felicità (maffia permettendo).
Io cerco di spiegare ai miei bimbi certe cose, ma un conto è sentirle, un conto è averle incise negli occhi.
Mi rendo conto che a loro l'Italia piace tantissimo, ogni volta che ci andiamo sono felicissimi (forse anche perché vedono il loro padre elettrizzato per poter essere quello che è... oh che brutta educazione che sto dando loro!).
Non mi dilungherò sulle qualità dell'italianità, sulla nostra creatività, intelligenza, flessibiltá, gusto bla bla, ne è pieno il web, ne è piena la retorica nazionale, ma anche per questo voglio ringraziare Dio.
C'è chi certi doni non li ha mai ricevuti e sono davvero in tanti.

7 commenti:

  1. Ciao! Intanto: grazie per essere passato da me :)
    Il discorso che fai é vero su molti punti,peró diciamo che avrei delle osservazioni da fare (segue pistolotto).

    Io adesso non so dove vivi tu in Svezia, qui nell'Ultima Thule é maledettamente vero che c'é ben poco e che la legge di Jante impera.
    Peró: gli svedesi non sono tutti ugualissimi. Il mio Vikingo é un critico feroce della filosofia Jante, ad esempio. Suo fratello e famiglia sono molto svensson, ma altri miei colleghi decisamente no.

    Come femmina, aggiungo che preferisco vivere qua che in Italia: le pari opportunitá al lavoro e nella cura della prole sono concrete, non vengo giudicata un tanto al quarto su caratteristiche fisiche, l'atmosfera in generale é molto piú rilassata riguardo ad abbigliamento, difetti estetici, eccetera.

    Discorso Jantelagen&educational per i nostri figli: vero che la scuola é cosí, ma io non sottovaluterei l'importanza del carisma familiare (discorsi che fate, comportamento vostro, mentalitá, libri che avete a casa, etc) sulla mentalitá. Su di me ha pesato piú quello che l'influenza esterna (scuola, compagni, etc.), e tutto che non ho sto gran bel rapporto coi miei.

    Sentirsi integrati: quanto é importante per se stessi? io mi sento/sentivo poco integrata anche in Italia, in diverse situazioni. Alla fine ho deciso che per me non é importantissimo. Io vivo la mia vita e mi auguro di essere amata dalle persone che amo.
    Dopotutto di conformisti cronici ce ne sono a palate anche in Italia, e altrove.

    Ricchezza del Paese Italico rispetto allo svedese: verissimo! ma se gli italiani non se ne rendono conto e buttano le perle ai porci?

    Insomma: nessun posto é perfetto. Io ho imparato a non mitizzare nessuno. In questo momento delle nostre vite tu e io siamo in Svezia probabilmente perché la bilancia pende a favore di quest'ultima, almeno per me é cosí. Poi uno puó sempre provare qualcos'altro piú avanti.
    (spero di essere riuscita ad esprimere decentemente quel che penso, stanotte il piciulo mi ha concesso di dormire solo 4 ore)

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  2. Grazie a te per avermi visitato!!
    Non posso che accettare e condividere appieno le tue critiche.
    Vorrei solo che tu capisca che è un venerdì 13, è novembre e la mia dieta non funziona...

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  3. ...Non credo hai miei occhi...sei il primo dei "bloggare" italiani che non si vergogna di essere italiano e non giudica gli svedesi come dei "semi Dei" (senza mai averne avvicinato uno.)

    Quello che scrivi sulla "fika paus" è verissimo si vede che ci lavori"gomito a gomito".

    Però ha ragione anche Fata Morgana...grazie a Dio non sono tutti uguali altrimenti saremmo scappati tutti "a gambe levate"
    Fata Morgana è un esempio di come ci si dovrebbe integrare...però bisognerebbe avere la sua forza d`animo (grande sviolinata...)

    Auguri per la tua dieta...

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  4. Volevo aggiungere ancora un altra cosa "GRAZIE"

    Confesso che non so nemmeno cosa sia un "blogg" mi sono imbattuto per puro caso su alcuni "blogg italiani" e per alcuni giorni mi sono sentito un "marziano".

    Adesso mi sento di nuovo normale...

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  5. Grazie a te franco per la visita.
    Io voglio essere realista ed equilibrato. La Svezia e gli svedesi mi piacciono, ma hanno tanti punti deboli (ma credono di non averne..) ed qualcuno addirittura irritante.
    Non è tutto oro quel che luccica, a volte è solo una testa bionda..

    La fata Morgana a mio avviso ha un ottimo rapporto col mondo in generale e un approccio equilibrato e questo le fa onore.

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  6. ...e io che in Svezia ci vorrei venire proprio per dare opportunità alle mie piccolette...
    è bello leggere una voce fuori dal coro, e sono interessanti le tue osservazioni.
    Però io ho 40 anni, sono donna e soprattutto madre di 2 figlie femmine, con nessun lavoro ufficiale e uno che mi impegna tutto il giorno con cui ci pago l'affitto, ma che non posso mettere sul cv. La mia capacità italica di sognare è continuamente repressa dalla realtà e dalla fatica di vivere in questo paese come donna e come madre. Sì, forse ho imparato a sognare, forse so cosa è la creatività, ma qui in Italia la creatività serve solo per sopravvivere e non c'è altro spazio.
    Forse è meglio un po' di lagom...
    E poi io avevo mia nonna che mi ha cresciuta con la legge di Jante senza essersi mai mossa da Milano e al limite Chiasso.

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  7. @digitalorma.
    Innanzitutto grazie per la visita. Capisco la tua situazione. Io esprimo i miei sentimenti da italiano in Svezia. Questo paese mi ha dato e mi dà tantissimo (ma anche perché sono ingegnere) da punto di vista economico e della famiglia, ma costa sotto altri punti di vista "sentimentali".
    La nostalgia è una brutta malattia.
    Certo che ci sono opportunità per te e le tue figliolette, ma io scrivo anche di ciò che si perde quando si lascia l'Italia e dei lati tristi della Svezia perché in pochi ne parlano. C'è un po' di cultura del tabu da questa parti e una innaturale propensione all'autoesaltazione. A me piace analizzare e cerco di vedere le altre facce delle medaglie (lo faccio anche con la mia gente e i miei posti).

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