domenica 29 agosto 2010

Orgoglio italiano

Poche settimane fa la mostra sul rinascimento aprì le menti di chiunque volesse imparare. Ieri una cinquantina di militari dell'aeronautica nazionale e dieci aerei scaldarono il cuore. Era la volta delle Frecce tricolori, la formazione aeronautica acrobatica più famosa ed apprezzata del mondo. Nel cielo azzurro e bianco di Hisingen sfrecciano dieci aerei blu e disegnano dopo spettacolari acrobazie splendidi tricolore sopra le nostre teste.


Ignoro purtroppo la qualità tecnica di ciò che i nostri piloti hanno fatto ma mi fido di quello che si scrive e so che quando gli italiani vigliono fare bene una cosa, la fanno spesso meglio di chiunque altro. Esempi? cercateveli!

Pacifisti e buonisti astenetevi pure da commenti. I ragazzi sono fantastici anche dal punto di vista umano. Corretti, eleganti nelle argomentazioni, simpatici, disponibili. Lontani dall'immagine dell' italiano "diva" non appena raggiunge un po' di celebrità, il personale a terra delle frecce si presta volentieri a chiacchierare ed accogliere le nostalgie dei connazionali fuori dai confini.


Addirittura ieri tre di loro hanno dimostrato una dolcezza inaspettata improvvisandosi assistenti psicologici con l'accento del triveneto quando una mamma nostra connazionale ha palesato le sue enormi difficoltà nel vivere e crescere la figlia in questa cultura.

Grazie ragazzi per ricordarci cos'è l'Italia vera, quella buona della quale andiamo fieri, quella dell'alta qualità, della fantasia e del sentimento umano.

Dati storici

Quest'anno si celebrano contemporaneamente i 100 anni dell'aviazione svedese e i 50 delle frecce tricolori. Quest'immagine racconta tutto.
Per questo la P.A.N. (pattuglia acrobatica nazionale) insieme a svizzeri e danesi hanno reso onore all'aeronautica svedese.
La pattuglia svizzera è considerata la migliore nei motori ad elica, quella italiana la migliore nei motori a propulsione.
Le frecce tricolori, ricercatissime in tutto il mondo, hanno visitato la Svezia solo tre volte (questa compresa) nei loro 50 anni di vita. Inoltre in Svezia il pubblico non è abituato a questo tipo di eventi per cui la richiesta è venuta più "dall'alto che dal basso".

Notare il cuore!

mercoledì 25 agosto 2010

"Quand je rentre en France...

... mi sembrano tutti matti!" mi disse anni fa un amico francese dalla Costa Azzurra trasferitosi a Stoccolma.
Abitavo a Luleå da un paio d'anni ed ero in piena apnea da Norrland e appena rientrato da una caotica Milano pensavo proprio la stessa cosa degli italiani.

martedì 24 agosto 2010

Una storia al contrario

Un recente post di una simpatico blog italofono da Stoccolma mi ha ispirato a raccontarvi questa storia.
Mi ricordo quando aprì la prima IKEA in Italia negli anni 80, poco a nord della Milano da bere. Ero ragazzino e forse giravo ancora con la ridicola giacca con le spalline. Da allora ci sono passato molte volte, ho comprato e montato un sacco di mobili. Nel frattempo trasferirono il punto vendita da Cinisello a Cologno Monzese, ancora più comodo.
Poi ne aprirono un’altra a sud di Milano (Corsico), poi a Lugano (Svizzera) poi a Brescia. Nel frattempo avevo fatto la naja e cominciato anche a lasciare i miei capelli sui banchi del Politecnico di Milano.
Andai come ad ogni festa comandata dalla nonna in Puglia e mi accorsi che nel frattempo ad una quarantina di kilometri tra gli uliveti baresi era spuntata un’IKEA.
Poi mi trasferii un anno in Svizzera Romanda e nelle verdi colline tra Losanna e Ginevra c’era da tempo un IKEA meta agognata dei miei nuovi amici svedesi, questi tipi diversi da poco conosciuti in terra elvetica.
Ci andarono tutti eccitati qualche giorno di fine primavera per comperare pane duro e pesce crudo in scatola per festeggiare una festa che noi non capivamo. Mangiarono e bevvero e cantarono sotto il sole (in Svizzera picchia a giugno).
Insomma ovunque mi trovassi c’era una Ikea di supporto. La cosa non mi provocava niente di meno che una certa serenità nel caso avessi avuto bisogno di un simpatico mobile di moda e a buon mercato.
Giovani uomini, famiglie con bambini, il mio anziano padre, ragazzine turbolenti tutti frequentavano questo posto magico dove sia milanesi, che svizzeri e pugliesi si sentono da anni a casa nonostante i nomi decisamente esotici e impossibili per loro da pronunciare.
Infine una volta adulto e laureato mi trasferii in Svezia e avevo con me solo i vestiti e i libri in una valigia blu. Finalmente avevo un lavoro soddisfacente, casa mia e soldi tutti miei da spendere per arredarla. Andai a cercare l’Ikea più vicina.
Mi ricordo che c'erano i viaggi in pullman organizzati da Luleå per Sundsvall, sette ore di pullman tra foreste e paesini tutti uguali per andare all’Ikea più vicina, cioé come da Milano andare a Napoli o a Lubiana o in Foresta nera o ben oltre Marsiglia (cito posti seducenti che non ho mai visitato in vita mia)!
L’Ikea che mi aveva seguito premurosa come mamma Svea era diventata un miraggio proprio una volta trasferitomi in Svezia. Non solo ma la gente intorno a me, gli svedesi, parenti, colleghi e conoscenti mi fece complice dell'idea che all’Ikea ci vanno solo le donne per il loro "tantresa". Cioé per il maschio norrlänning non è macho andare all’Ikea. Confesso che mi sentivo un po’ a disagio ad ammettere che fino a pochi anni prima ci andavo volentieri. Il disagio non mi impedí comunque di raccontare ai colleghi la storia che vi ho appena raccontato. Alché uno di essi mi pose la fatidica domanda: “ma perché... c’è l’Ikea in Italia?”.
Come per scherzo trovai a soli 80 kilometri da Luleå un negozio “plagio” dal nome irritante e quasi sarcastico: “Europa Möbler”.

lunedì 16 agosto 2010

Ma se il Nord se ne va, io dove vado?

Pensiero del giorno dopo aver letto le intenzioni di alcuni politici italiani noti col nome di padani.
Io li ho visti nascere da bambino, quando nessuno li conosceva e scrivevano (credo in rosso) LEGA LOMBARDA sui muri della val Seriana (provincia di Bergamo).

Ero dodicenne. Leggevo tutto dal finestrino della macchina, mentre andavamo nei fine settimana a respirare aria buona di montagna. Alla scuola media a Milano studiavo il Medio Evo e mi chiedevo chi fossero e che cosa volessero ancora questi moderni condottieri.
Mi ricordo che lo chiesi anche alla mia ignara insegnante che non frequentava le valli bergamasche né il varesotto, ma che non era per niente stupida.
Lei invece di snobbarmi mi guardò con occhi curiosi e mi chiese preoccupata "dove l'hai visto?".
Anni dopo capii che lei era esule Istriana e certe cose secondo me le capiva prima di altri.
Pochi anni dopo cominciarono a riempire le pagine dei giornali.
Era comunque affascinante vedere l'evoluzione di un movimento politico nuovo e di chi aveva il coraggio di reagire per difendere la propria identità culturale. Interessante anche vedere come la gente bergamasca e milanese accoglieva, in maniera diversa, questo movimento nuovo. Interessante osservare come alcune casalinghe semidepresse nella loro ricchezza prendesero coscienza e orgoglio della propria identitá e amore per il proprio territorio.
Ma poi i padani hanno palesato razzismo e maleducazione e tanti lati squallidi dell'umanitá.
Proprio i bergamaschi, loro che erano qualche centinaio tra I MILLE , loro che riempiono le fila degli Alpini orgoglio dell'esercito italiano.
Infine, arrivati a Roma, come sempre va a finire lì... i condottieri lombardi si sono venduti al potere. Mi sa che solo Lutero riuscì ad uscirne con la schiena dritta da quella città.
Ma io che sono milanese, dove andrei se, come dicono loro, "il nord se ne va"? Non sarei piú italiano? Ma come? Io mi sento molto legato al mio territorio, mi sento lombardo, amo la Lombardia i laghi, le montagne, l'architettura, il dialetto, il cuore in mano, la sbrisolona, il Valcalepio, ma non vorrei per questo diventare un cittadino padano .
E poi padano? sa di formaggio, buono, ma pur sempre formaggio.
Magari stanno pensando alla doppia cittadinanza, italiana e padana? Poi ci aggiungo quella svedese. Io in realtá ho il sangue della Magna Graecia nelle vene.
Boh.. non ci capisco più niente dell'Italia e ciò mi suggerisce che comincio a diventare troppo svedese.
Da queste parti intanto stanno crescendo gli Sverigedemokraterna. Similitudini? Io le sento. Come i padani, qualche ragione ce l'hanno anche loro, gli sverigedemokraterna. Ge oss Sverige tillbaka! (Restituiteci la Svezia!) dicono qui alcuni sulla Costa Occidentale.... Sperèm che la va ben!

giovedì 12 agosto 2010

Affermazioni e domande curiose dalla Scandinavia

Una raccolta di affermazioni di mia esperienza vissuta, a voi crederci o meno. Le persone in questione sono o astemi per confesione o non alterati dal consumo di alcool e non avevano l'aria di volermi prendere in giro. Io ho una buona comprensione della lingua svedese.


Capitolo tavola e buon gusto


- Qual è il piatto tipico di Natale in Italia? Julpizza (=Pizza di Natale)? (ingegnere, maschio circa 25 anni, Luleå)

- Ingegnere di Göteborg, circa 50 anni, avvezzo ai viaggi a proposito dei merluzzi secchi appesi in Norvegia. "Gli italiani mangiano bastoncini salati di pesce secco". Mimando il gesto asserisce anche che li gustiamo sgranocchiandoli contenti.

- Uomo pensionato in anticipo non avvezzo a viaggi a sud del Norrland né ai ristoranti racconta con malcelata supponenza dopo il suo viaggio in Grecia "Non l'ho neanche guardato il pesce in Grecia. Perché dovrei mangiare certa roba visto che abbiamo pesci così buoni in questo mare qui nel golfo di Botnia?" si riferiva a Perca, Luccio e Coregono.

- In coda per la pausa lavoro tra colleghi uno di questi, sulla cinquantina, tra le mani la fetta di pane integrale appena scelta mi confida compiaciuto ad alta voce: "con questo si caga benissimo!"

- Signore di circa 60 anni dal Norrbotten a tavola davanti a un piatto contenente gamberetti: "Mi fa impressione, mi sembra di mangiare delle larve". (fui tentato di invitarlo per una pepata di cozze!).


Capitolo geografia e popoli

- In un intervista pubblicata circa 7 anni fa sui giornali locali del Norrbotten NSD e NK un uomo di mezz'età incaricato di analizzare le possibilità turistiche locali ed incentivare il turismo dal continente disse: "Il Norrbotten deve essere interessante per gli italiani. La gran parte di loro non ha mai visto la neve".

- Ingegnere capo 50enne di Göteborg con esperienza all'estero: "I maschi italiani stanno seduti ai fianchi delle strade e maneggiano collane tutto il giorno facendone scorrere le palline tra le mani".

- In Irlanda è sempre estate. Uomo, circa 30 anni, Norrland.
- In Irlanda è sempre estate. Ingegnere, donna, circa 30 anni, Göteborg.
- In Irlanda è sempre estate. Bimba di 6 anni.

- Estate nordica su una spiaggia di sabbia lungo un fiume del Norrland: "Beh certo non è come la Playa di Milano" (maschio, circa 40 anni, preside di una scuola!).

- C'è la neve in Italia!? molte persone di tutte le etá, Norrland, rimangono stupefatte alla risposta.
- viene l'inverno in Italia?! molte persone di tutte le etá, Norrland, rimangono stupefatte alla risposta.
- sciate in Italia?! molte persone di tutte le etá, Norrland, rimangono stupefatte alla risposta.

- Crescono le banane in Italia? Ingegnere, donna, 30, Göteborg.

- Paesi vicini all'Italia (grannländer)? Spagna, Grecia eee.. San Marino?. Io correggo che i paesi confinanti sono Francia, Svizzera, Austria, Slovenia e marittimo con la Croazia. Non pochi mi guardano con diffidenza.

- Signora sui 70 anni, Göteborg, quando mi vide con mia figlia in braccio e di fianco i due maschietti chiese maligna e sospettosa: "Sei contento di una femmina? Non sono dispiaciuti i tuoi parenti che hai avuto una figlia femmina visto che voi in Italia preferite figli maschi?"

- Svariate persone per lo più al Norrland: Ci sono le quattro stagioni in Italia? Nooo, è solo la pizza che si chiama così... Antonio Vivaldi era forse finlandese...?

Capitolo della scienza e della tecnica

- Uomo di 40 anni, Norrbotten: "mi ricordo l'unica volta che andai in Francia in alcuni servizi c'erano anche dei sedili del water un po' più piccoli per fare la pipì. Ma erano scomodi. Ci sono anche in Italia?".

martedì 10 agosto 2010

La schizofrenia italica, i poteri forti e il cielo svedese

"e poi ti dicono tutti sono uguali, tutti rubano nella stessa maniera, ma è solo un modo per convicerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera" canta uno dei nostri maestri della musica che ascolto nei momenti di nostalgia. Ma la frase mi fa pensare a quel modo italico un po' schizofrenico di dare la colpa ai poteri forti che ci condizionano così tanto da imbrigliare il nostro paese e soffocare la società. Uno svedese contemporaneo così come un italiano sano non capirebbe l'allusione perché se rubi, rubi tu, mica perché altri ti convincono a farlo e di casa ci esce quando vuole.
Poi penso all' inno nazionale svedese e dove si canta delle montagne, del sole e del cielo svedesi e ad un italiano (che abbia studiato geografia) suonerebbe un po' strano visto che è uno dei paesi meno alti e meno assolati d'Europa. Allora mi ritornano i pensieri sui "poter forti" (di entrambi i paesi) e del perché non cantiamo noi delle nostre montagne e del nostro cielo invece che delle anacronistiche e volgari schiave di Roma.
Infine esco sul balcone e respiro l'aria frizzante e salmastra dell'Atlantico mista al profumo del bosco temperato. Nel silenzio si odono le cicale e le foglie al vento e penso di essere in un bel posto qui nel Bohuslän.