martedì 24 agosto 2010

Una storia al contrario

Un recente post di una simpatico blog italofono da Stoccolma mi ha ispirato a raccontarvi questa storia.
Mi ricordo quando aprì la prima IKEA in Italia negli anni 80, poco a nord della Milano da bere. Ero ragazzino e forse giravo ancora con la ridicola giacca con le spalline. Da allora ci sono passato molte volte, ho comprato e montato un sacco di mobili. Nel frattempo trasferirono il punto vendita da Cinisello a Cologno Monzese, ancora più comodo.
Poi ne aprirono un’altra a sud di Milano (Corsico), poi a Lugano (Svizzera) poi a Brescia. Nel frattempo avevo fatto la naja e cominciato anche a lasciare i miei capelli sui banchi del Politecnico di Milano.
Andai come ad ogni festa comandata dalla nonna in Puglia e mi accorsi che nel frattempo ad una quarantina di kilometri tra gli uliveti baresi era spuntata un’IKEA.
Poi mi trasferii un anno in Svizzera Romanda e nelle verdi colline tra Losanna e Ginevra c’era da tempo un IKEA meta agognata dei miei nuovi amici svedesi, questi tipi diversi da poco conosciuti in terra elvetica.
Ci andarono tutti eccitati qualche giorno di fine primavera per comperare pane duro e pesce crudo in scatola per festeggiare una festa che noi non capivamo. Mangiarono e bevvero e cantarono sotto il sole (in Svizzera picchia a giugno).
Insomma ovunque mi trovassi c’era una Ikea di supporto. La cosa non mi provocava niente di meno che una certa serenità nel caso avessi avuto bisogno di un simpatico mobile di moda e a buon mercato.
Giovani uomini, famiglie con bambini, il mio anziano padre, ragazzine turbolenti tutti frequentavano questo posto magico dove sia milanesi, che svizzeri e pugliesi si sentono da anni a casa nonostante i nomi decisamente esotici e impossibili per loro da pronunciare.
Infine una volta adulto e laureato mi trasferii in Svezia e avevo con me solo i vestiti e i libri in una valigia blu. Finalmente avevo un lavoro soddisfacente, casa mia e soldi tutti miei da spendere per arredarla. Andai a cercare l’Ikea più vicina.
Mi ricordo che c'erano i viaggi in pullman organizzati da Luleå per Sundsvall, sette ore di pullman tra foreste e paesini tutti uguali per andare all’Ikea più vicina, cioé come da Milano andare a Napoli o a Lubiana o in Foresta nera o ben oltre Marsiglia (cito posti seducenti che non ho mai visitato in vita mia)!
L’Ikea che mi aveva seguito premurosa come mamma Svea era diventata un miraggio proprio una volta trasferitomi in Svezia. Non solo ma la gente intorno a me, gli svedesi, parenti, colleghi e conoscenti mi fece complice dell'idea che all’Ikea ci vanno solo le donne per il loro "tantresa". Cioé per il maschio norrlänning non è macho andare all’Ikea. Confesso che mi sentivo un po’ a disagio ad ammettere che fino a pochi anni prima ci andavo volentieri. Il disagio non mi impedí comunque di raccontare ai colleghi la storia che vi ho appena raccontato. Alché uno di essi mi pose la fatidica domanda: “ma perché... c’è l’Ikea in Italia?”.
Come per scherzo trovai a soli 80 kilometri da Luleå un negozio “plagio” dal nome irritante e quasi sarcastico: “Europa Möbler”.

6 commenti:

  1. =) Ma allora sei vissuto a Luleå? Quel posto con Europamöbler a 80 chilometri non è mica Kalix? Sono cresciuta li... =)

    Io preferisco sempre IKEA e almeno qui a Stoccolma ci sono uomini, donne, coppie, giovanotti... i norrlandesi sono così, un po' particolari con questo macho. =)

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  2. SÍ Carin, ho abitato a Luleå circa sei anni. Mia moglie è di ancora più su.
    L'EM di cui parlo è proprio quello poco prima della segheria.
    Mi ricordo uno dei primi lavori che feci era proprio a Kalix. Io con un locale dovevamo misurare i movimenti del ponte sull'E4 che si sta leggermente abbassando.
    Il mio compito era tenere il bastone verticale sul lato della strada in mezzo al ponte. Era un lavoro di quattro/cinque ore, era febbraio, c'erano 25 gradi sotto zero, nevicava orizzontale e i camion passavano ad un metro da noi.. poi pranzammo al korvgubben vicino alla fermata degli autobus. Da Kalix ci sono passato poi tante volte, per andare in Tornedalen e in Finlandia.
    Norrlänningar? Anche mia moglie lo è med hela tjocka släkten ;)
    Interessante sapere di voi, io credevo che i nostri figli fossero l'unico caso al mondo di incontro matrimoniale tra sangue italiano meridionale e "norrländsk mentalitet".

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  3. Che bello! Allora sai bene che differenza tra il mondo "mio" norrlandese e quello napoletano di mio marito! Due opposti proprio! I miei genitori vengono da Piteå (mia mamma da Öjebyn) ma io ho abitato a Kalix da 2 a 18 anni. Poi sono scappata =). Il freddo conosco bene. Andavo a scuola in bici tutto l'anno... Proprio in quell'EM abbiamo comprato il nostri primo divano. =) Chi sa, forse ci incontriamo qualche volta la su! =)

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  4. Beh dai, se ti puó consolare tra me e il Vikingo é lui che preme sempre per andare all'IKEA (che da noi dista qualche decina di mil, chiaramente!)
    Dopotutto, entrambe che le cucine comprate lí sono costate la metá di quelle disponibili nei negozi dell'Ultima Thule, e la qualitá é buona lo stesso.

    A me lo stile del design IKEA non fa impazzire, fosse per me starei sempre in giro nei loppis cercando mobili e oggetti in stile un po' antico (che coppia disadattata che siamo. Sará per questo che lui si é messo con me e non con un'autoctona :D).

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  5. @Carin: le differenze la conosco bene... due mondi all'opposto. Però ci sono anche delle curiose somiglianze tra il nord della Svezia e il sud Italia.

    @Morgaine: Anche mia moglie ha cominciato a dire che vuole comprare a loppis. Spero che le passi... ;)

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  6. @Carin: Öjebyn la conosco ancora meglio. La strada dalla rotonda vicino al benzinaio fino all'incrocio vicino al passaggio a livello (rågrindsvägen) è stato un altro mio lavoro insieme ad un tipo di Överkalix.
    Poi c'è una graziosa chiesa (idem a Kalix) e un "kyrkby" che è quasi più simpatico di quello di Luleå.

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